Vaccini in farmacia, requisiti strutturali e misure di sicurezza per lavoratori. Ecco le indicazioni
Sono circa 11mila le farmacie che hanno dato disponibilità per somministrare il vaccino anti-Covid. Il quadro con le misure logistiche e di sicurezza per farmacisti e utenti
Sono circa 11mila – tra private (10.400) e comunali (600) – le farmacie che hanno dato la loro disponibilità per somministrare il vaccino anti-Covid. Il dato è stato diffuso da Federfarma al termine della raccolta delle adesioni. Intanto, tra i diversi punti dell’Accordo quadro nazionale ci sono anche quelli relativi alle misure logistiche e di sicurezza di farmacisti e utenti e sul tema, di recente, sono arrivate alcune indicazioni da Federfarma.
La gestione di ambienti e locali per somministrare i vaccini in farmacia
Come si ricorderà, l’Accordo quadro nazionale, firmato a fine marzo da Governo, Regioni, Federfarma, Assofarm, ha definito “la cornice nazionale e le modalità per il coinvolgimento, su base volontaria, dei farmacisti nella campagna di vaccinazione nazionale anti Covid-19” e, per l’operatività, necessita di un ulteriore passaggio nei livelli locali. A ogni modo, tra i requisiti essenziali c’è il fatto che il farmacista “risulti abilitato all’esecuzione delle somministrazioni vaccinali contro il Covid-19 sulla base degli specifici programmi e moduli formativi organizzati dall’Istituto superiore di sanità” (si veda Farmacista33 del 6 aprile) e anche sul fronte strutturale vengono dettagliati i “requisiti minimi strutturali dei locali per la somministrazione dei vaccini e le misure per garantire la sicurezza degli assistiti”. In particolare, per quanto riguarda gli ambienti, come richiamato nell’allegato 2 dell’Accordo, “è da privilegiare l’esecuzione del vaccino in aree esterne, o, anche in area interna, purché sia separata dagli spazi destinati all’accoglienza dell’utenza e allo svolgimento delle attività ordinarie e sia opportunamente arieggiata in modo tale da garantire un costante ricircolo d’aria. È comunque possibile eseguire il vaccino a farmacia chiusa”. All’ingresso della farmacia, va “esposto un avviso con chiare istruzioni sulle modalità di accesso (indicando i percorsi di entrata, di uscita e di attesa) e il numero massimo di persone che possono accedere; occorre poi garantire la presenza nell’area di indicazioni per l’igiene delle mani e per il distanziamento fisico, assicurare la disponibilità di soluzione idroalcolica igienizzante; attuare ricambio d’aria.
In ragione del numero di persone presenti e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, il numero delle persone presenti deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, a impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati; qualora non sia possibile escludere il ricircolo, se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate; nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria”. Infine, occorre “garantire che l’area dove avviene la somministrazione del vaccino abbia poche superfici ad alta frequenza di contatto e offra la possibilità di una rapida disinfezione”. Per quanto riguarda il “locale per la somministrazione” vera e propria del vaccino, questo “deve essere dotato di postazione di lavoro, carrello/borsa contenenti materiale sanitario e presidi idonei alla gestione delle emergenze, seduta per la somministrazione del vaccino, dispenser con gel disinfettante per l’igiene delle mani, contenitori a norma per i rifiuti e per lo smaltimento degli aghi e altri oggetti taglienti potenzialmente infetti”.
Le misure di sicurezza per i lavoratori: le indicazioni
Una tematica connessa è quella riguardante le misure di sicurezza per i lavoratori, che in realtà sono relative non solo alla somministrazione dei vaccini – nel momento in cui tutti i passaggi saranno ultimati – ma anche all’effettuazione di test sierologici o tamponi. Come indicato da Federfarma, in una recente comunicazione, diffusa anche a livello locale, occorre prestare attenzione alla “tutela contro il rischio biologico e la tutela nell’uso di strumenti atti a pungere o a tagliare”. In particolare, “laddove test e vaccinazioni in farmacia siano effettuati in presenza di personale dipendente o tramite personale dipendente, si rende indispensabile da parte del datore di lavoro una valutazione dei nuovi rischi per i lavoratori; l’adozione di eventuali nuove misure di sicurezza; l’attivazione della sorveglianza sanitaria con la nomina del medico competente”, in particolare “nel caso in cui si somministrino vaccini con l’ausilio di collaboratori farmacisti” e in generale “in cui non sia solo il titolare della farmacia a somministrarli; l’aggiornamento del Dvr. Un “servizio medico” che può essere ottenuto “con modalità economiche il meno onerose possibile, eventualmente raggruppando le farmacie interessate”.
Francesca Giani