Per un SSN più forte investire sul ruolo dei Farmacisti

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Andrea Mandelli, presidente della Fofi, ritiene indispensabile il continuo investimento sul ruolo dei farmacisti affinché si possa disporre di un Ssn più forte.

«Siamo sempre stati disponibili a supportare in tutti modi possibili il Servizio sanitario, ma non possiamo nascondere che la rete delle farmacie è in sofferenza economica, che i nostri colleghi ospedalieri sono in numero inferiore alle necessità, che i farmacisti collaboratori attendono il rinnovo di un contratto per il quale oggi non ci sono risorse sufficienti». Sono le parole di Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), pronunciate a margine della manifestazione FarmacistaPiù, assise dei farmacisti italiani giunta alla sua VII edizione, tutta in digitale, dal 20 al 22 novembre 2020.

Modificare la remunerazione delle farmacie

«Chiediamo – prosegue Mandelli – che anche sul capitolo dell’assistenza farmaceutica si riprenda a investire modificando la remunerazione delle farmacie, ampliando il numero e le funzioni dei farmacisti negli ospedali. Abbiamo fatto tutto il possibile con gli strumenti che avevamo a disposizione, chiediamo di essere messi nelle condizioni di fare di più per la salute dei cittadini e per rendere più forte il Ssn». Mandelli sottolinea poi che Roberto Speranza, ministero della Salute, «ha confermato qui che l’evoluzione del Servizio sanitario si impernia sulla prossimità e che in questo progetto la farmacia come presidio polifunzionale sarà una componente centrale dell’assistenza sul territorio. È un’evoluzione del nostro ruolo, in sinergia con gli altri professionisti della salute, che la Federazione ha promosso e preparato negli anni e che richiede una forte innovazione del percorso universitario. Su questo aspetto cruciale abbiamo riscontrato una piena sintonia con il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi».

Il successo del congresso

Quanto all’assise nazionale dei farmacisti italiani, Mandelli evidenzia che «in questi tre giorni di lavori è stata messa a fuoco l’opera dei farmacisti durante la fase più acuta della crisi per assistere i cittadini, avviando nuovi servizi nelle farmacie, impedendo che la chiusura generale del paese comportasse un’interruzione dell’acceso al farmaco e della prosecuzione delle cure. Essere riusciti a esprimere tutto questo nel nostro Congresso è un grande risultato il cui merito va condiviso con la Fondazione Cannavò e il suo presidente Luigi d’Ambrosio Lettieri, con Federfarma e il suo presidente Marco Cossolo, con Utifar e il suo presidente Eugenio Leopardi».