L’Enpaf rende disponibili 115 borse di studio in favore dei figli di farmacisti iscritti, dei pensionati e degli orfani dei farmacisti, per un totale di 200mila euro stanziati.3 Ottobre 2020 04:15
Con deliberazione del 29 settembre 2020 il Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale previdenza farmacisti (Enpaf) ha approvato il bando relativo a 115 borse di studio destinate ai figli dei farmacisti iscritti, dei pensionati Enpaf e degli orfani dei farmacisti, relative all’anno scolastico-accademico 2018-2019, per uno stanziamento totale di 200mila euro. Si tratta di 30 borse di studio dell’importo di 700 euro ognuna, per gli studenti che hanno frequentato un corso di istruzione di secondo grado, con esclusione dell’ultimo anno. Ulteriori 20 borse di studio dell’importo di 1.400 euro sono riservate agli studenti che hanno conseguito la maturità o altro diploma equivalente, 35 borse di studio dell’importo di 2.000 euro destinate agli studenti universitari che hanno conseguito, entro il 31 dicembre 2019, tutti gli esami previsti dal piano di studi. Inoltre 20 borse di studio del valore di 2.200 euro, destinate agli studenti che hanno conseguito la laurea di primo livello o la specialistica entro il 31 marzo 2020. Infine 10 borse di studio del valore di 3.700 euro ognuna, per coloro che hanno conseguito la laurea specialistica a ciclo unico entro il 31 marzo 2020.
Le modalità di partecipazione al bando Enpaf
La formazione della graduatoria e la successiva assegnazione delle borse di studio è soggetta ad una serie di criteri meritori evidenziati nel bando, oltre che criteri economici. Con riferimento a questi ultimi, è necessario che il valore dell’Isee relativo all’anno 2020 sia entro i 50mila euro e che il patrimonio mobiliare sia entro i 60mila euro. Inoltre, per ciascun componente successivo al secondo, si aggiungono ulteriori 10mila euro fino a raggiungere un massimo di 80mila euro. I farmacisti interessati dovranno presentare la domanda direttamente all’ufficio assistenza dell’Enpaf entro il 16 novembre 2020 a mezzo Posta elettronica certificata (Pec). «Saranno escluse – puntualizza l’Enpaf – le domande incomplete, irregolari nella documentazione o inviate dopo il termine. In nessun caso è ammessa produzione tardiva di documentazione, compresa quella a rettifica o ad integrazione di quanto precedentemente trasmesso».