Nell’assistenza sanitaria di base circa metà dei pazienti riceve un antibiotico per ogni tipo di infezione. Dall’Oms raccomandazioni ed esempi di azioni pratiche da seguire per gli operatori sanitari, farmacisti inclusi
La maggior parte dei pazienti sani con infezioni comuni lievi può essere trattata senza antibiotici, in quanto tali infezioni sono spesso autolimitanti e gli eventuali effetti indesiderati dei farmaci superano i benefici clinici. Tuttavia, in media, nell’assistenza sanitaria di base circa la metaÌ dei pazienti riceve un antibiotico in presenza di ogni tipo di infezione, contribuendo cosiÌ all’insorgenza e alla diffusione dell’antimicrobico- resistenza. È questa una delle riflessioni contenuta nel “Manuale antibiotici AWaRe”, l’edizione italiana a cura di Aifa del volume dell’OMS presentata oggi, che contiene raccomandazioni ed esempi di azioni pratiche che possono essere seguite dagli operatori sanitari, tra cui i farmacisti.
Antibiotici troppo prescritti. Nuovo approccio a semaforo
La stragrande maggioranza degli antibiotici – intorno al 90% – viene assunto in un contesto di assistenza sanitaria primaria. Si stima che circa la metaÌ di quelli utilizzati sia in qualche modo inappropriata, includendo per esempio l’uso di un antibiotico quando non eÌ indicato, la scelta di un prodotto a spettro inutilmente ampio, la dose errata, la durata del trattamento e la somministrazione o formulazione dell’antibiotico non appropriata.
Per contribuire allo sviluppo e all’attuazione delle politiche locali e nazionali, l’OMS ha classificato gli antibiotici in quattro gruppi: Access, Watch, Reserve (AWaRe) e Non Raccomandati. In particolare, gli antibiotici Access hanno uno spettro di attività ristretto, basso costo, un buon profilo di sicurezza e un potenziale di resistenza generalmente basso. Sono raccomandati come opzioni di trattamento empirico di prima o seconda scelta per le infezioni comuni. Gli antibiotici Watch sono ad ampio spettro, generalmente più costosi e sono raccomandati solo come opzioni di prima scelta per i pazienti con manifestazioni cliniche più gravi o per infezioni in cui eÌ più probabile che i patogeni siano resistenti agli antibiotici Access, come le infezioni delle alte vie urinarie (IVU). Gli antibiotici Reserve sono antibiotici di ultima scelta usati per trattare le infezioni multifarmaco-resistenti. Tale classificazione, chiamata AWaRe, costituisce una sorta di approccio “a semaforo” – Access = verde, Watch = giallo e Reserve = rosso – e rappresenta una guida per operatori sanitari quali medici e farmacisti.
Le ricadute del trattamento antibiotico e le valutazioni da fare
Il messaggio alla base del metodo è che “la maggior parte delle infezioni comuni riscontrate nell’assistenza sanitaria di base non sono causate da batteri – basti pensare alle infezioni del tratto respiratorio che in molti casi ha eziologia virale. Il paziente, pertanto, non trarrà beneficio dal trattamento antibiotico. Anche quando l’infezione ha eziologia batterica, molte infezioni sono spesso autolimitanti, con basso rischio di complicanze gravi, e il beneficio degli antibiotici eÌ limitato, abbreviando in genere la durata dei sintomi solo di circa 1 o 2 giorni. La maggior parte dei pazienti sani con infezioni lievi possono essere trattati in sicurezza in modo sintomatico, con farmaci antinfiammatori, antidolorifici o di supporto.
Secondo l’Oms, la percentuale di pazienti che si rivolgono a una struttura sanitaria di base e ricevono un antibiotico dovrebbe essere inferiore al 30%. EÌ quindi importante che sia gli operatori sanitari sia i pazienti tengano conto dei rischi legati all’assunzione di antibiotici quando questi non sono necessari. Tra i rischi vi eÌ quello immediato di effetti collaterali del farmaco, più frequentemente diarrea o reazioni allergiche (come un’eruzione cutanea). Inoltre, i batteri, nei pazienti a cui eÌ stato prescritto un antibiotico per un’infezione respiratoria o un’infezione delle vie urinarie (IVU) – esempi di infezioni in cui si prescrivono spesso antibiotici – sviluppano comunemente antibiotico-resistenza agli antibiotici prescritti (e ad altri). Questi pazienti hanno maggiori probabilità di trasmettere i batteri resistenti ad altre persone e maggiori probabilità di guarigione clinica ritardata. Oltre a questo, il trattamento antibiotico altera il microbiota del paziente (ovvero tutti i microrganismi che vivono nel o sul corpo umano), con potenziali conseguenze a lungo termine e un aumento del rischio di infezione da Clostridioides difficile, un batterio che può causare diarrea grave”. Va comunque sottolineato che, al contempo, i “pazienti trattati solo con cure sintomatiche (senza trattamento antibiotico) devono essere chiaramente informati in merito a quali segni di pericolo monitorare e cosa fare se si manifestano”.
Esempi di infezioni comuni da trattare in maniera sintomatica
A ogni modo, tra le infezioni comuni nell’assistenza sanitaria di base che, in casi lievi, possono essere trattate in sicurezza senza terapie antibiotiche (solo con gestione sintomatica), per citarne alcune, c’è per esempio la Bronchite. “Quasi tutti i casi hanno origine virale e non ci sono evidenze relative alla necessitaÌ di antibiotici.
La bronchite acuta di solito si presenta come tosse persistente, accompagnata o meno da febbre lieve. I pazienti devono essere informati che la tosse può durare diverse settimane e che il colore giallo/verde dell’espettorato non indica un’infezione batterica e la necessitaÌ di antibiotici. Tra le altre patologie comuni, c’è anche la Diarrea acuta dove il caposaldo del trattamento eÌ la reidratazione e la reintegrazione elettrolitica, così come le Riacutizzazioni di BPCO dove solo in alcuni casi è di beneficio il trattamento antibiotico.
Raccomandazioni, responsabilità e operatività per i farmacisti
In generale, il massaggio lanciato da Oms e Aifa è che tutti i medici prescrittori e i farmacisti hanno “la responsabilità di migliorare l’uso degli antibiotici. Ma anche i pazienti hanno un ruolo e va assicurato che essi conoscano i principi base del trattamento sintomatico e dell’uso appropriato degli antibiotici – per esempio assumere gli antibiotici come prescritto e non usare prodotti avanzati per una successiva malattia. Nel dettaglio, per quanto riguarda i farmacisti, le ulteriori indicazioni sono di informarsi sull’AWaRe book, non fornire antibiotici senza prescrizione medica e scoraggiare l’automedicazione con antibiotici”.
Francesca Giani