Farmaci in gravidanza, dagli integratori alle terapie croniche: il consiglio del farmacista
L’assunzione di farmaci durante la gravidanza è associata a timori e preoccupazioni per i possibili effetti negativi sul feto
L’assunzione di farmaci durante la gravidanza è associata a timori e preoccupazioni per i possibili effetti negativi che questi potrebbero avere sul feto e sul nascituro. In primis, i farmacisti hanno il dovere di rassicurare le donne gravide, sottolineando che solo l’1% delle malformazioni fetali sono riconducibili all’uso di farmaci. Successivamente il compito è quello di far una corretta educazione sanitaria e consigliar al meglio le donne gravide. In generale, è molto difficile affermare che un farmaco sia assolutamente sicuro in gravidanza. Se l’uso si rendesse necessario sarebbe preferibile scegliere delle specialità medicinali in commercio da lungo tempo, per i quali ci sono molte più informazioni sui loro effetti indesiderati e tossici, inclusi quelli sul feto.
Terapie croniche da non interrompere
Quali sono farmaci pericolosi per il feto? Cosa fare in caso di terapie croniche? I farmaci potenzialmente tossici per il feto vengono definiti teratogeni e possono causare l’aborto entro le prime settimane del concepimento. Antiepilettici (acido valproico) e i retinoidi (isotretinoina), ad esempio, sono responsabili di malformazioni se assunti in determinati momenti della gravidanza, così come alcuni antiipertensivi (ACE-inibitori), anticoagulanti (warfarin) e stabilizzanti dell’umore (litio). Va ricordato alle pazienti di non interrompere l’assunzione di terapie croniche se prima non si confrontano con il proprio medico o ginecologo, che valuteranno, ove possibile, l’alternativa terapeutica più adeguata al soggetto.
Focus sugli integratori: ruolo del consiglio del farmacista
Diversi studi mostrano che le donne gravide tendono a evitare l’assunzione dei farmaci e si indirizzano verso trattamenti non farmacologici con la convinzione, spesso errata, che i prodotti naturali siano più sicuri. I farmacisti, grazie alle conoscenze delle piante medicinali e delle possibili interazioni, devono sconsigliare, in particolare, nel primo trimestre della gravidanza, l’uso di erbe medicinali e derivati che deve esser limitato ai casi di effettiva necessità e sempre sotto controllo medico. Le sostanze vegetali maggiormente rischiose sono gli olii essenziali, presenti anche nella propoli, gli alcaloidi e i lassativi antrachinonici. Anche assumere integratori vitaminici senza indicazione del medico può essere inutile e non solo: alcune vitamine, come la vitamina A e la vitamina D) se assunte in quantità eccessiva possono causare alterazioni dello sviluppo del feto o causare effetti indesiderati nel lattante. Una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, è sufficiente a garantire il normale fabbisogno di vitamine. I farmacisti, quindi, possono sia rassicurare sia evitare che le donne gravide utilizzino farmaci o integratori non adeguati o interrompano la terapia, senza consultar il medico. Un diabete o un’epilessia non trattata potrebbe aver gravi conseguenze sulla salute dalla madre con conseguenze sul nascituro.
Paolo Levantino
Farmacista clinico