Covid 19 – Green pass e vaccino ad over 60 nel mirino del governo

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Tra le priorità della strategia del Governo contro il Covid c’è la vaccinazione degli over 60 e il Green pass. A breve la cabina di regia sulle prossime mosse

Se vaccinare gli over 60 che ancora non hanno ricevuto la prima dose è tra le priorità della strategia contro il Covid-19, centrale diventa riuscire a intercettarli, ma tra le linee di azione che sono allo studio c’è anche la stretta al Green Pass. A breve – e in ogni caso entro mercoledì – è attesa la cabina di regia del Governo che dovrà discutere le prossime mosse facendole convergere in Decreto. Intanto, dal Cts, secondo le anticipazioni dei quotidiani, è stato consegnato al Governo un documento per disegnare la strategia sugli over 60 e sul Green Pass.

Priorità è vaccinare over 60. Cts: individuarli con banche dati Ssn

Alla base c’è innanzitutto la preoccupazione per il diffondersi della variante Delta, alla luce del tasso di contagiosità, ma anche per la “capacità mostrata di indurre sintomatologia grave, in particolare in soggetti over 60 non vaccinati e anche, in misura minore, a chi ha ricevuto una sola dose di vaccino” riporta il documento del Cts. Così, tra le priorità rimarcate, come già era emerso, c’è il tracciamento dei casi e il loro sequenziamento, ma la consapevolezza di tutti è che la campagna vaccinale, che mostra segni di rallentamento, deve riprendere vigore e andare a intercettare chi ancora non si è vaccinato. In questo senso, dal Cts, secondo quanto riferiscono le Agenzie, a essere sottolineati sono gli ultimi dati della campagna: solo 300mila over 60 avrebbero ricevuto la prima dose, mentre a non averne ricevuta nemmeno una sono 2 milioni e 500 mila. Per questo, per il Cts diventa indispensabile valutare ogni tipo di intervento che possa raggiungere questa fascia di popolazione – con un’attenzione particolare ai più fragili – e tra gli strumenti viene fatto riferimento anche all’utilizzo “di sistemi automatici di incrocio di registri (assistiti del Ssn e vaccinati)”. Obiettivo è riuscire a contattarli tramite i medici di medicina generale e convincerli.

Allo studio stretta al green pass. Cabina di regia dovrà stilare luoghi in cui vigerà obbligo

Ma tra le proposte consegnate al Governo c’è, come detto, la stretta al green pass, già nell’aria da qualche tempo. L’idea è di evitare il più possibile le chiusure e aggiungere un elemento che incentivi le vaccinazioni. La linea a cui si lavora prevede il rilascio della Certificazione verde solo con la seconda dose e, in particolare, dopo 14 giorni dal completamento del ciclo, nonché un aumento delle casistiche in cui sarà necessario. Sarà, poi, compito della cabina di regia stilare la lista dei luoghi dove dovrà essere obbligatorio. Tra le ipotesi che circolano sulla stampa ci sono i ristoranti al chiuso, anche se su questo punto c’è molta incertezza dovuta anche alle proteste, stadi, palestre, luoghi dello spettacolo, eventi, mezzi di trasporto, tra cui treni ad alta percorrenza, aerei e navi, discoteche – ma con capienza al 50%. Il tutto potrebbe essere accompagnato a un sistema di sanzioni.

Gimbe: no a obbligo green pass dove poco controllabile. Da valutare prossime forniture vaccini

Su questi aspetti, oggi, è intervenuto anche Gimbe, come riportano le agenzie: “La nostra posizione ufficiale è che il Green pass va preso in considerazione per i grandi eventi, mentre diventa più difficile il suo utilizzo per assembramenti più piccoli, anche perché non abbiamo un’equità di accesso al vaccino anti Covid. Ci sono vari aspetti di tipo giuridico e sociale da considerare. Però è una strada da prendere in considerazione, perché in una campagna vaccinale di massa si può fare la prenotazione volontaria, la chiamata attiva, la spinta gentile, ovvero il Green pass, e poi l’ultima strategia è rappresentata dall’obbligo”. Lo sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. “Al momento, però, facciamo meno di 100mila prime dosi al giorno. Anche perché, per la quantità di vaccini che stiamo ricevendo, possiamo prevalentemente completare le seconde dosi. Sulle forniture del terzo trimestre abbiamo una situazione un po’ anomala. In teoria dovremmo ricevere oltre 94 milioni di dosi, però vanno tolti 6 milioni di CureVac non autorizzato, 26 mln di AstraZeneca e 15 mln di J&J che non stiamo utilizzando. Quindi avremo circa 45 mln di dosi Pfizer e Moderna. Rispetto ai numeri iniziali, avremo un numero quasi dimezzato”. A breve il Governo dovrà decidere anche sul vaccino obbligatorio per gli insegnanti per un ritorno in classe a settembre e scongiurare la Dad.

Francesca Giani

Fonte: Farmacista 33