Il punto sugli ultimi provvedimenti che hanno introdotto sostegni al reddito per i lavoratori. Ecco bonus, aiuti e benefit, le misure per sostenere i redditi
È sempre più alta l’attenzione a lavoratori e imprese, sia perché c’è la necessità di prevedere dei sostegni per far fronte alla crisi energetica e al continuo aumento dell’inflazione, sia per una tendenza generale a intervenire con misure più orientate a valorizzarne l’attività. Rientrano, in questo ambito, anche alcuni degli ultimi provvedimenti contenuti nel cosiddetto Decreto Aiuti Bis, convertito in legge.
Benefit aziendali facilitati: al via ampliamento
Tante sono le misure confermate con l’ok definitivo al Senato di ieri al provvedimento di conversione al Decreto Aiuti Bis e tra queste ci sono quelle che riguardano i datori di lavoro e i lavoratori. Un primo punto di interesse concerne i fringe benefit aziendali. Tali istituti sono “compensi in natura” che non vengono erogati direttamente in denaro ma che si aggiungono allo stipendio. Possono consistere nella concessione dell’uso di beni dell’impresa, quali per esempio l’auto aziendale, il cellulare, il computer, e/o in servizi, quali corsi, che siano fruibili indipendentemente dall’ambito dell’attività lavorativa. Si tratta in ogni caso, come sottolineato dalla Fondazione consulenti del lavoro, di “compensi” rientranti nel reddito di lavoro dipendente che devono essere esposti in busta paga sulla base di quello che è il loro valore e assoggettati a tassazione e contribuzione da parte del datore di lavoro a condizioni che il loro valore sia superiore alla soglia di non imponibilità.
Due sono le novità introdotte al riguardo dal Decreto Aiuti bis: da un lato l’ampliamento, per il 2022, della soglia dei fringe benefit aziendali, che passa da 258,27 euro a 600 euro. Dall’altro l’inclusione delle somme per il pagamento delle utenze domestiche – acqua, gas, luce – sostenute dai dipendenti. Anche in questo caso la misura vale per le somme erogate nel periodo tra il primo gennaio 2022 al 12 gennaio 2023. Come avevano sottolineato gli esperti dello Studio Bacigalupo, “la novità della disposizione lascia aperti alcuni dubbi interpretativi, in particolare nel caso di superamento del limite di 600 euro, perché non è chiaro se in questa evenienza vada applicato il regime restrittivo – previsto nell’art. 51 comma 3 del TUIR – che assoggetta a imposte l’intero ammontare del fringe benefit, oppure se sia invece configurabile un’applicazione estensiva del beneficio tale da rendere esenti i 600 euro anche in caso di superamento della soglia”.
I bonus in busta paga: il punto. Il nodo autonomi
A ogni modo, tra gli altri interventi va ricordato il bonus da 200 euro. Come evidenziato da un approfondimento di ieri del Corriere, “è stato dato a luglio a lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, pensionati e percettori di reddito di cittadinanza”. Diverse sono state le modifiche apportate durante l’iter parlamentare di conversione: tra queste, l’estensione dell’indennità alle categorie di lavoratori precedentemente esclusi – collaboratori sportivi, dottorandi e assegnisti di ricerca, e così via. Al momento c’è il nodo relativo agli “autonomi e professionisti a partita Iva, associati alla Gestione separata dell’Inps e agli Enti pensionistici privati. In attesa che venga pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto attuativo per il pagamento dell’indennità, dall’assemblea dei direttori generali delle Casse di previdenza del 19 settembre è arrivata l’ipotesi dell’avvio della presentazione (in modalità telematica) delle domande da parte dei professionisti per lunedì 26 settembre alle ore 12”. La conseguenza è che il pagamento del bonus dovrebbe slittare in avanti: è atteso per il mese di novembre. “Il bonus è destinato a chi, nell’anno d’imposta 2021, non ha superato i 35.000 euro di reddito.
Va ricordato poi, a proposito di bonus in busta paga, anche quello da 150 euro di recente introdotto dal governo Draghi nel decreto Aiuti ter, con uno stanziamento di 1,24 miliardi per il 2022 per una platea di 8,3 milioni di persone. “Si tratta di un aiuto una tantum analogo quello dei 200 euro, ma con una differenza sostanziale: il tetto del reddito che dà diritto all’aiuto scende da 35 mila a 20 mila, per raggiungere quasi 22 milioni di italiani, dai dipendenti ai pensionati, dai co.co.co a colf e badanti. Il dl Aiuti ter è in attesa di essere pubblicato in Gazzetta.
Le misure per rivalutare le pensioni
Infine un ultimo capitolo riguarda le pensioni: l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, per il secondo semestre 2022, viene portato dallo 0,8% al 2%. Prevista anche l’estensione della indennità una tantum di 200 euro e l’anticipo della rivalutazione degli assegni per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione: per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022 (tredicesima inclusa) in caso l’assegno non superi complessivamente 2.692 euro, è riconosciuto in via transitoria un aumento del 2% della rivalutazione decorrente dal 1° gennaio 2023. Sale, inoltre, da 750 a mille euro il tetto relativo alla impignorabilità della pensione.
Francesca Giani